Lo sentite? Riuscite a percepire questo lieve
profumo? Chiudete gli occhi e respirate con calma...così... piano... il
delicato profumo del Glicine farà il resto trasportandovi fin nel lontano
Giappone... vedrete la triste e delicata Fuji Musume danzare sotto i rami di
Glicine...
Siete nella città di Otsu, affacciata sul lago Biwa,
gli Otsu-e esposti lungo le strade attirano i passanti... avvicinatevi anche
voi...
Uno,
in particolare, è bellissimo: raffigura una ragazza abbigliata con il nagasode (1) stretto in vita da un obi (2) e decorato da fiori di Glicine, secondo la
tradizione giapponese. La giovane è Fuji Musume, incarna l'essenza del Glicine
ed il suo nome vuol dire, letteralmente, "La Nubile Glicine".
Fuji
Musume si innamora a tal punto dell'uomo che la osserva da riuscire a prendere
vita ed uscire dalla tela. Gli scrive numerose lettere d'amore, ma non ottiene alcuna
risposta. Inizia così a danzare sotto i fiori di un Glicine con in mano un ramo
della stessa pianta, accompagnata dalla musica Nagauta
(3).
Danza
perché vuole esprimere i profondi sentimenti che prova verso l'amore non
corrisposto.
L'uomo
continua a non ricambiare il suo amore e lei, triste e disperata, rientra
affranta nel dipinto, sotto i rami del Glicine.
E così finisce la romantica, ma triste storia d'amore
della bellissima Fuji Musume, rappresentata per la prima volta nel 1826
attraverso un balletto classico del teatro kabuki.
Ma c'è anche una leggenda, questa volta tutta italiana,
sulla nascita del Glicine, decisamente meno triste di quella giapponese.
Glicine
era una fanciulla che si disperava per il suo aspetto, si sentiva diversa e per
questo esclusa dalle altre giovani del paesino. Un giorno la sua disperazione
la spinse a fuggire. Corse tanto fino a raggiungere un prato isolato in cui piangere
tutte le sue lacrime. La natura, triste per tanta disperazione, iniziò a far
nascere dalle lacrime della giovane una pianta dai fiori bellissimi e dal
profumo dolce ed inebriante. Glicine rimase colpita dallo splendore della
pianta e capì di possedere una bellezza unica e che la sua diversità non era
affatto un difetto. Capì, inoltre, che il motivo per cui tutti la tenevano a
distanza era perché non si sentivano alla sua altezza e da quel giorno visse
serenamente la sua vita.
Qualche piccola nota per voi:
(1) "Nagasode": kimono femminile lungo
fino ai piedi con maniche lunghissime, impreziosito da numerosi ricami e stretto
in vita dall'obi. E' indossato dalle giovani donne non ancora sposate.
(2) "Obi": fascia di stoffa piuttosto alta
utilizzata come cintura stretta in vita per chiudere e fermare il kimono. Le
donne vi legano sopra anche un piccolo cordone in seta, in modo da mantenerlo
fermo al suo posto. Il rimbocco viene sistemato sulla schiena e,
nell'abbigliamento femminile, si trasforma in un fiocco molto decorativo.
(3) "Nagauta": letteralmente significa
"canzone lunga". E' un tipo di musica tradizionale giapponese che
accompagna il teatro kabuki. Gli interpreti di questa musica cantano e
contemporaneamente suonano lo shamisen
(un liuto a tre corde) e vari tipi di tamburi.
Questa volta non vi parlerò, come mio solito, del
lato "scientifico" della pianta perché non voglio rovinare
l'atmosfera romantica creata da queste due belle storie quindi concluderò
mostrandovi il mio acquerello al quale appartengono i particolari
"floreali" del post (ma state tranquilli, ho già deciso di realizzare
un altro acquerello con questo bellissimo fiore come protagonista e così potrò
aggiungere la "scienza" ;-) )
Ciao ragazzi e a presto!! :D
Dall'Oriente con furore!
RispondiEliminaComplimenti per l'interessante nota etnografica! E ovviamente per l'opera! :-)
La Ragazza con la Sciarpa Verde
Grazieeee!!! :D Mi piace sempre abbinare una leggenda o, comunque, qualcosa di particolare ad un fiore ed al mio acquerello. Spero che le storie ti piacciano, ciao!! :D
Elimina