Questa mattina mi sono data al giardinaggio con il travaso di un biscus e di una rosa.
Il lavoro è stato abbastanza faticoso, soprattutto per il biscus perché è diventato un alberello veramente grande e trascinare poi un vaso largo 60 cm bello alto e strapieno di terra non è proprio il massimo (credo che la prossima volta lo trapianterò direttamente in piena terra!!), ma i risultati ripagano dalla fatica!! :-)
Comunque travasi a parte, oggi vi parlerò della clematide.
È un rampicante che preferisce i luoghi freschi ma che si trova bene anche al sole e sui balconi, l’importante che le radici rimangano sempre all’ombra, ricordatevelo se deciderete di piantare una clematide!!
In passato, i contadini tagliavano i getti più lunghi per ripiantarli lungo i bordi dei campi coltivati, in modo da attirare il benvolere degli elementi e avere così raccolti generosi.
Questi fiori un tempo erano diffusissimi lungo i viottoli e i boschi di tutta Europa tanto che gli Inglesi li soprannominarono “traveller’s joy”, gioia del viandante.
Nel linguaggio dei fiori simboleggia “artificio, finzione” perché i
mendicanti si servivano del succo della pianta per provocarsi ferite e ulcerazioni in modo da impietosire i passanti, ma possiede anche un altro significato decisamente più adatto alla sua bellezza: “intelligenza limpida e onesta e bellezza interiore”.
Ed ecco una breve leggenda su questo fiore delizioso.
Una sera, un usignolo si sistemò vicino ad una clematide per riposare. Il mattino dopo si ritrovò con le zampette intrappolate nei rami della pianta (la clematide ha una crescita velocissima) e riuscì a liberarsi solo con grande fatica. Da quel momento l’usignolo canta sempre di notte e non più di giorno in modo tale da rimanere sveglio e non rimanere più intrappolato.
Ed ora vi saluto con l’acquerello di una clematide color violetto chiaro, a presto!! :-)
Stupenda!!! Bellissima storia!
RispondiEliminaGrazie
Ciao Francesca :) ma di niente, anzi, grazie a te per esserti fermata e aver letto il post!! :D
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