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sabato 7 giugno 2014

L'Acquerello di G. D. Ehret

Proprio vero che quando cerchi una cosa è sicuro che non la trovi!! Però è anche vero che cercando cercando, qualcosa la si trova comunque, ed è esattamente quello che è capitato a me

Mentre cercavo un’acquerellista in particolare ne ho trovato un altro il cui lavoro è molto interessante perciò ho deciso di farlo diventare protagonista di questo post.

Si tratta di G. D. Ehret (la “G.” sta per George e la “D.” per Dionysius), vissuto in pieno 1700 (secolo dell’Illuminismo), e tedesco di Heidelberg, in cui nacque nel 1708.
Divenne uno dei maggiori artisti botanici nonostante fosse completamente autodidatta: apprese, infatti, l’”abc” del disegno dal padre giardiniere, e tutto il resto studiando i lavori di altri artisti.

Dal 1720 iniziò a lavorare come illustratore botanico ed erano gli stessi studiosi che gli commissionavano i disegni e i dipinti a suggerirgli quali aspetti delle piante rappresentare in modo dettagliato. Non realizzò solo illustrazioni botaniche ma anche molti dipinti decorativi nei quali ritrasse fiori da giardino, come rose, giacinti e tulipani per soddisfare il gusto estetico di una clientela benestante.

Nel 1738 si trasferì in Inghilterra e ritrasse le piante esotiche da giardino del Chelsea Physic Garden e realizzò alcune collezioni per clienti privati.

Il suo stile cambiò radicalmente dopo il 1734, anno in cui si recò a Parigi e visitò il famoso Jarden des Plantes (giardino botanico) che ospitava la collezione reale dei dipinti floreali realizzati su pergamena, voluta da Luigi XIV.

Fino a quel momento, infatti, i suoi lavori erano realizzati su grandi fogli di carta pregiata (su suggerimento dello studioso tedesco C. J. Trew, che l’aveva incoraggiato ad abbandonare la carta semplice ), con un metodo che prevedeva la stesura delle miscele di acquerello su tratti leggerissimi di matita.

Nel disegno in basso potete vedere i vari passaggi di questo sistema: Ehret iniziava tracciando i contorni dei petali, delle foglie, le venature ecc. dopodichè aggiungeva l’ombra, sempre a matita, in modo da indicare la gradazione di tono dei petali, la forma, la posizione per passare infine alle stesure colorate dell’acquerello.




"Amaryllis"
Matita e acquerello su carta, 31,5 x 20,3 cm

Questo metodo cambia completamente nel 1734, come detto precedentemente, dopo il viaggio a Parigi, quando iniziò a dipingere su fogli di pergamena usando acquerelli trasparenti e opachi.
Quest’ultima tecnica consiste nell’aggiunta di bianco al colore per renderlo più denso e gessoso.

Il suo scopo era di riuscire a rappresentare in modo perfetto tutte le specie di fiori e negli anni successivi realizzò moltissimi lavori nei quali si nota la perfetta fusione tra lo sviluppo di questa tecnica ed un’approfondita conoscenza delle piante.

Col passare del tempo abbandonò l’acquerello trasparente in favore di quello opaco che gli permetteva di ottenere la massima precisione nei dettagli e un aspetto quasi smaltato del dipinto, come si può notare nel “Tulipano“, qui sotto.


"Tulipano", 1744
Acquerello opaco su pergamena, 53 x 37,1 cm

In questo acquerello (pubblicato nel 1750 nel libro “Plantae Selectae“ del dottor Trew), Ehret è riuscito a far risaltare la bellezza di questo fiore, quasi simile ad una fiamma, e contemporaneamente a non trascurare nessun dettaglio tanto da trasformarlo in un accuratissimo studio botanico.
È un’illustrazione realizzata completamente con acquerelli opachi. Uno dei vantaggi principali di questa tecnica è che si possono aggiungere toni chiari anche su quelli scuri appena stesi: ad esempio Ehret ha inserito dei colpi di luce nel centro del fiore con pittura opaca bianca applicata con un pennello sottilissimo.
La stesura del colore è molto delicata e le singole pennellate non sono riconoscibili, inoltre per scurire alcune zone e creare così una maggiore profondità nel disegno è stato applicato uno strato sottilissimo di gomma arabica.

Data la grande attenzione alla struttura delle piante e le bellissime sezioni di fiori e frutta, il lavoro di Ehret è considerato a tutti gli effetti un modello per le illustrazioni botaniche e non una raccolta di dipinti floreali. I suoi dipinti sono molto decorativi ma il vero scopo era quello di illustrare libri di botanica: le imperfezioni sarebbero potute risultare fuorvianti nello studio scientifico per questo motivo rappresentava solo esemplari perfetti e privi di qualunque imprecisione naturale con fiori al culmine della fioritura e mai appassiti e danneggiati.

Ecco una bellissima incisione colorata a mano dopo la sua realizzazione e basata su un lavoro di Ehret. Il colore non era previsto nel progetto originale dell’artista: la stesura infatti risulta molto formale e fredda con forme rigide e poco espressive.


"Fico", 1771
Incisione colorata a mano da un lavoro di Ehret, 45,8 x 30 cm

A differenza del “Tulipano” o della "Rosa di Natale e aconito invernale" (in basso; la presenza del terreno e di una farfalla trasforma questo dipinto da un'illustrazione botanica in un lavoro artistico), questa incisione è una vera illustrazione botanica, completa di sezioni ingrandite dei fiori e frutti della pianta.



"Rosa di Natale e aconito invernale"
Acquerello opaco su pergamena, 53,5 x 35,8 cm

A me è piaciuto molto scrivere questo post soprattutto perchè mi piace vedere cose belle, e i lavori di questo artista lo sono, spero proprio che piaccia anche a voi e di avervi svelato qualche "chicca" sulle tecniche ad acquerello, buon fine settimana a tutti, ciaooo!! :-)

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